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17 September 2022

BUKA | Tropicantesimo

Tropicantesimo

Situazione:


BUKA
℅ Circolo Amelia
Via Privata Venezia Giulia 19, 20157 – Milano MI


23:00 – TROPICANTESIMO
07:00 – end


Ingresso:


!! SOLD OUT !!


Solo con tessera associativa Amelia 5
e con quota di sottoscrizione per l’evento.

La tessera è da richiedere online entro le ore 12:00 del 17 settembre
ed è valida un anno dall’attivazione 


1. Istruzioni tesseramento:

– Richiedi l’iscrizione sul portale dell’associazione Amelia a questo link

– Attendi l’email di presa in carico della richiesta e aspetta la seconda mail di conferma

– Nell’email di conferma trovi il link per effettuare il versamento della quota associativa.

La tessera si ritira in loco.


2. Istruzioni quota Sottoscrizione per ingresso:

Una volta effettuato il versamento della quota associativa potrai procedere con l’acquisto della sottoscrizione per l’accesso all’evento alla porta oppure anticipatamente online. 

Si consiglia la procedura online per garantirsi l’accesso ed entrare più velocemente.

Chi è già socio o ha concluso la procedura di tesseramento può acquistare la sottoscrizione per l’ingresso direttamente questo link.


Anno: 2022

A volte le cose più belle sono quelle più sudate e che si fanno aspettare.

Siamo in attesa di questa festa dal 2020; programmata a maggio 2022 e poi posticipata, ora si sposta dal Lago dei Cigni che non è più agibile.

Poco male, la Buka è abituata a girovagare e ritrova casa grazie al Circolo Amelia, nella zona periferica e interstiziale Stephenson (“Benvenuti tra i RifiutiCit.) dove tra Soundystem, mobili e atmosfera casalinga D.I.Y. possiamo andare avanti fino all’alba.

Qui arriva finalmente da Roma il suono di Tropicantesimo,  e soprattutto la sua festa, con i suoi colori e la sua Gitania; con Lola, Hugo, Simona, Rocco, Igino, Gabriele, Rocco, Carla, Pierpaolo, Omar e Francesca.

In 10 per una maratona di 8 ore di musica.


Tropicantesimo live/dj set

Un po’ spettacolo, un po’ festa, un po’ maratona di ballo, fino a poco fa non si trovavano molte tracce sulla rete, e quando capitava si presentava così:

“Tropicantesimo porta con sé i colori dei fiori e della foresta tropicale, i sapori della frutta e gli umori della terra arsa dal sole. Ma soprattutto incarna i suoni e i ritmi tribali della fascia equatoriale. Con i suoi esperimenti sonori, installazioni floreali, visioni oniriche di giardini contro natura, è la costruzione naturale di un paradiso artificiale. Tropicantesimo non ha casa, è situato al di là del mondo conosciuto, tra un mitico El Dorado e un fatiscente locale che vende alcolici di sottobanco durante il Proibizionismo.

Ora arrivano le prime uscite su vinile “Tropicantesimo Session”, sintesi iconica dell’incontro tra suoni e mondi distanti dove prende senso cantare la Bertè sopra la dub techno di No Partial.

 

Nelle loro sessioni l’impatto sonoro è la battuta lenta e inesorabile di Hugo Sanchez con frammenti qualsiasi, oltre che tropicali, di pop, memorabilia e soul, canti delle lavandaie e riverberi di voci Dub, revival anni ’90 e deliri vari.

 

Arrivano a Milano in 10, lo spettacolo prende rigorosamente tutta la scena del ballo dall’apertura fino alle danze finali e ai saluti, minimo 5 ore e meglio questa volta che sono 8 ore.

Il trait-d’union tra tutto è la teatralità, la scenografia, i costumi e le incursioni queer o surreali che accompagnano Hugo ai giradischi con il suo team progressivo dinoccolato, ironico ed ‘etero friendly’, che sul palco fanno un po’ cabaret con attitudine punk, un po’ vocalist da balera, con il Mago, Igino e Lola Kola.

 

Un rituale coinvolgente al punto da essere replicato da 10 anni al Fanfulla di Roma e ora in Pescheria. Le connessioni con il mondo delle arti performative li hanno portati alla festa finale del Festival di teatro di Sant’Arcangelo, a Short Theatre e negli anni prepandemici all’after hour di Zuma a Milano.

 

Immergiamoci nel ballo e nel suono con una raccomandazione, come suggerisce Hugo citando la contessa Casati che agli inizi del Novecento dava delle grosse feste al suo palazzo Venier a Venezia:

“É volgare guardare l’orologio mentre si balla
perché non si contano le ore del piacere.”