© 2024 Buka

Home
30 Novembre 2018

Threes & BUKA pres.

Jerusalem in My Heart,
Ron Morelli,
Paquita Gordon,
Joseph Tagliabue

Situazione: Ex Cinema Aramis / Striptease


BUKA
℅ Ex Cinema Aramis / Striptease
via Padova 272 – Milano


22.00 – TAGLIABUE
23.30 – JERUSALEM IN MY HEART live
01.00 – PAQUITA GORDON
02.30 – RON MORELLI
05.30 – end

Fb | Ra | Zero

Ingresso:
13 € Ridotto / Buka Club Members
15 € intero


Anno: 2018

La Buka torna in via Padova 272.
Questa volta insieme a Threes che organizza Terraforma.

Nel locale che è ormai ex-Cinema Aramis e Moderno degli anni 30′-70′, ex Discoteca cosmica e pogressiva degli ’80-’90, e ora definitivamente ex-Strip-Club degli anni ’00-’10, riprovano oggi a creare un nuovo club alcuni amici legati alla ‘comunità ursina’, a cui (anche se stanno cancellando dai muri il Saturno areografato) auguriamo prosperità e lunga vita.

 

 

La Buka ci ritorna ancora una notte per il concerto incredibilmente evocativo e futuribile di Jerusalem in my Heart, musica araba d’avanguardia mistica e paralizzante, seguito dal dj set raffinato e violento dell’americano Ron Morelli fondatore della L.I.E.S.,  e con il supporto degli act di Paquita Gordon e Joseph Tagliabue.


 

Dietro il sipario:

Jerusalem in My Heart (LIB / CAN) live

È un progetto di performance audio visive creato nel 2005 del musicista e compositore Rawan Ghazi Moumneh, un libanese che ha passato gran parte della sua maturità in Quebec, e che ora si divide tra Montreal e Beirut, accompagnato negli spettacoli dalle immagini del regista Charles-André Coderre.


Pubblica adesso il terzo disco Daqa’iq Tudaiq
 e conferma il suo stile unico, che è stato definito ‘musica mediorentale d’avanguardia’, perché unisce il cantato melismatico a cappella in stile classico arabo e le melodie ritmiche del buzuk con altri strumenti tradizionali (il flauto bansuri, la zurna, l’arpa bayat, ecc.), processati e accompagnati da un’elettronica che da una parte li sostiene e dall’altra li destruttura.


Il progetto, 
fin dalla scelta del nome, ha un’aspirazione dichiaratamente politica: riuscire a comunicare al di la delle barriere, linguistiche e mentali.

Fare arrivare il messaggio con qualsiasi altro mezzo, per questo l’uso sistematico dei video di Coderre, lavorato sempre a partire da pellicola 16mm (questa volta dall’archivio Arab Image Fundation) manipolati con trattamenti chimici per ricreare lo stile visivo caratteristico del progetto.

Lo strumento più potente di questa comunicazione è la performance di Moumneh, vocale, strumentale e scenica; anche per il look, le posture, la gestualità… ineffabile e indicibile che rapisce con la presenza, al di là delle parole.

“Quando le persone mi dicono ‘non ho capito cosa hai detto, ma ho capito quello che volevi dire” significa che ho centrato l’obiettivo.”


E anche i testi sono gravidi di poesia e significato che va oltre le parole. Ad esempio dall’album del 2015:

Ya mal el sham – Oh qual’e il tuo problema Siria?

Oh, la mia pietà per te oh
Una vedova vestita con le tue lacrime
E come possiamo dire ‘tu sei nel mio cuore’
Noi parliamo e parliamo e parliamo
Ma come al muto, le parole non vengono fuori.

Allora suona rababa, suona suona suona
Per noi che veniamo portando le bandiere nere.

Oh soldi della Siria,
Oh qual’e il tuo problema Siria?”

 

Ron Morelli (USA) dj set

Pochi artisti come Ron Morelli hanno influenzato la contemporaneità della musica elettronica, non inseguendo un preciso ethos quanto piuttosto abbracciando il modus operandi del noise rock, la Chicago house, il fai-da-te punk, l’industrial techno, una consistente dose di istintività. La dedizione nel rendere L.I.E.S rappresentativa di una visione unica è stata la spina dorsale dell’etichetta da lui fondata nel 2010, alla quale segue Russian Torrent Versions.


Dopo aver trascorso anni dietro il banco dell’A1 – storico negozio di dischi a Manhattan – Ron Morelli si trasferisce a Parigi in concomitanza con il suo debutto su Hospital Productions, etichetta di Dominick Fernow, tramite la quale ha rilasciato anche il suo ultimo album ‘Disappear’.


The Disappear story is an abstract and conflicted one, loosely based around moral codes handed down through generations, reinterpreted, debated and enforced, followed and broken.

What happens when a threat is posed?
Is the answer diluted to the simple fact of survival by any and all means necessary?
Does instinct take precedence over all?

This cycle is full of contradiction feeding back in its most primitive animalistic and of brutal of levels, many questions left unanswered.
Who becomes the disappeared and who becomes the disappearer?